Il
Museo van Gogh di Amsterdam, per via di lavori di ristrutturazione in corso, è temporaneamente
ospitato presso l’Hermitage della stessa città, dove resterà fino al 25 Aprile
2013.
Da
circa 15 anni il Museo van Gogh è impegnato nell’ambito della ricerca sulla
vita e l’opera di Vincent van Gogh, in particolare, dal 2005, in collaborazione
con la Shell ed il Netherlands Institute for Cultural Heritage, è in atto un
progetto di ricerca scientifica dal titolo “Van
Gogh's studio practice”. L’obiettivo è quello di indagare approfonditamente
il modo di operare del grande artista e comprendere come la sua arte fosse
relazionabile a quella dei suoi contemporanei, estendendo la ricerca anche ad
artisti con i quali venne in contatto, come Mauve, Toulouse-Lautrec, Signac e
Gauguin o di cui ben conosceva l’opera ed il modus operandi, come Monticelli,
Delacroix e Millet.
Il
progetto dovrebbe essere portato a termine entro la primavera del 2013, quindi
apparentemente in coincidenza con la riapertura del museo.
In
attesa di poter visitare il museo nella sua veste rinnovata, cominciamo a
spulciarne il sito, per scoprire le tecniche usate per le indagini in corso ed
i risultati fino ad ora ottenuti.
Da un primo report sui metodi impiegati, sembra che l’osservazione
dei dipinti tramite luce normale, luce radente e luce trasmessa, sia il primo
approccio necessario per la conoscenza degli stessi. Seguono l’osservazione per
fluorescenza UV, per individuare i diversi strati di vernice stesi, la riflettografia
infrarossa, che permette di rivelare la presenza di disegni preparatori, come
le linee guida per la prospettiva individuate in “Vista di Parigi dall’appartamento di Theo in Rue Lepic”, la radiografia
X, che ha permesso di individuare, ruotata di 90 gradi, una figura umana, forse
riferibile a “Donna che cuce”, al di
sotto del dipinto “Cesto di patate”, e
la microscopia ottica anche a luce polarizzata per lo studio della forma delle
pennellate. Grazie a micro-campionamenti (si tratta di frammenti di pittura non
più grandi di una punta di spillo, o di altrettanto micrometriche sezioni
stratigrafiche), è stato inoltre possibile effettuare analisi per microscopia
elettronica a scansione con spettroscopia a raggi X in dispersione di energia
(SEM-EDX) e microscopia elettronica a trasmissione (TEM), grazie ai quali
ottenere analisi chimiche degli strati pittorici e preparatori, come quello di “Banchine della Senna” in puro bianco di
piombo e non miscelato a riempitivi più economici come nei quadri più
“commerciali”. Per produrre i campioni per il TEM è stata utilizzata una
strumentazione estremamente sofisticata come il FIB: un nano-macinatore tramite
fascio di ioni focalizzato.
Per
approfondire:
e pdf allegato (report sulle tecniche di analisi)
Per
approfondire “ArcheoMetricaMente”:
* J Dik, K Janssens, G Van Der Snickt, L van
der Loeff, K Rickers, M Cotte, Visualization of a lost painting by Vincent van Gogh using Synchrotron Radiation
based X-ray fluorescence elemental mapping, Analitical Chemistry 80,
16, (2008), 6436–6442.
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