Wednesday, 19 December 2012

Svelando van Gogh.


Il Museo van Gogh di Amsterdam, per via di lavori di ristrutturazione in corso, è temporaneamente ospitato presso l’Hermitage della stessa città, dove resterà fino al 25 Aprile 2013.



Da circa 15 anni il Museo van Gogh è impegnato nell’ambito della ricerca sulla vita e l’opera di Vincent van Gogh, in particolare, dal 2005, in collaborazione con la Shell ed il Netherlands Institute for Cultural Heritage, è in atto un progetto di ricerca scientifica dal titolo “Van Gogh's studio practice”. L’obiettivo è quello di indagare approfonditamente il modo di operare del grande artista e comprendere come la sua arte fosse relazionabile a quella dei suoi contemporanei, estendendo la ricerca anche ad artisti con i quali venne in contatto, come Mauve, Toulouse-Lautrec, Signac e Gauguin o di cui ben conosceva l’opera ed il modus operandi, come Monticelli, Delacroix e Millet.
Il progetto dovrebbe essere portato a termine entro la primavera del 2013, quindi apparentemente in coincidenza con la riapertura del museo.

In attesa di poter visitare il museo nella sua veste rinnovata, cominciamo a spulciarne il sito, per scoprire le tecniche usate per le indagini in corso ed i risultati fino ad ora ottenuti.

Da un primo report sui metodi impiegati, sembra che l’osservazione dei dipinti tramite luce normale, luce radente e luce trasmessa, sia il primo approccio necessario per la conoscenza degli stessi. Seguono l’osservazione per fluorescenza UV, per individuare i diversi strati di vernice stesi, la riflettografia infrarossa, che permette di rivelare la presenza di disegni preparatori, come le linee guida per la prospettiva individuate in “Vista di Parigi dall’appartamento di Theo in Rue Lepic”, la radiografia X, che ha permesso di individuare, ruotata di 90 gradi, una figura umana, forse riferibile a “Donna che cuce”, al di sotto del dipinto “Cesto di patate”, e la microscopia ottica anche a luce polarizzata per lo studio della forma delle pennellate. Grazie a micro-campionamenti (si tratta di frammenti di pittura non più grandi di una punta di spillo, o di altrettanto micrometriche sezioni stratigrafiche), è stato inoltre possibile effettuare analisi per microscopia elettronica a scansione con spettroscopia a raggi X in dispersione di energia (SEM-EDX) e microscopia elettronica a trasmissione (TEM), grazie ai quali ottenere analisi chimiche degli strati pittorici e preparatori, come quello di “Banchine della Senna” in puro bianco di piombo e non miscelato a riempitivi più economici come nei quadri più “commerciali”. Per produrre i campioni per il TEM è stata utilizzata una strumentazione estremamente sofisticata come il FIB: un nano-macinatore tramite fascio di ioni focalizzato.



Per approfondire:
  e pdf allegato (report sulle tecniche di analisi)

Per approfondire “ArcheoMetricaMente”:


* J Dik, K Janssens, G Van Der Snickt, L van der Loeff, K Rickers, M Cotte, Visualization of a lost painting by Vincent van Gogh using Synchrotron Radiation based X-ray fluorescence elemental mapping, Analitical Chemistry 80, 16, (2008), 6436–6442.

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