Tuesday, 13 November 2012

Opere di pietra e di luce - Il nuovo dipartimento di Arti Islamiche del Louvre.



Aperto al pubblico da fine settembre, il dipartimento “Arts de l’Islam” ha portato una ventata di novità al Museo del Louvre di Parigi. Dopo la piramide di Pei, ancora una volta l’architettura moderna si installa nel cuore del museo parigino, la corte Visconti. Opera degli architetti Ricciotti e Bellini e del museografo Piérard, si tratta di un’ala dall’aspetto leggero, sinuoso e trasparente come quello di un velo posato sui due piani adibiti a spazio museale. 
Di questa novità voglio sottolineare tre aspetti.



L’impiego magistrale della mediazione digitale, già presente nei dipartimenti “Degli oggetti d’arte” e “Delle antichità egizie”, ma per l’occasione rinnovata ed implementata, si basa sia su dispositivi mobili sia su totem fissi. Questi, grazie all’ausilio di video e suoni, garantiscono una grande interattività con il pubblico. Particolarmente interessanti ai nostri scopi sono gli approfondimenti sulle tecniche produttive, tenendo conto della scarsa considerazione della quale il “saper fare” gode nella maggioranza dei musei. Per alcuni tipi di oggetti, come ad esempio la Ceramica a Lustro, sono riprodotte le differenti fasi di lavorazione, in questo caso: “Fabbricazione dell’oggetto” / “Applicazione della vetrina” / “Realizzazione della decorazione”; per ognuna di esse gli step consecutivi sono esemplificativamente illustrati ed animati. Un esempio da seguire!

È stato interamente ricostruito un portico Mamluk in pietra calcarea, proveniente dal Cairo. Datato alla seconda metà del ‘500, non era stato mai più messo in mostra dopo l’Esposizione Universale del 1889. Le pietre che lo costituivano, per un totale di cinque tonnellate, sono state ritrovate nei depositi del Museo “Les Arts Décoratifs”, e da quest’ultimo donate al Louvre con l’auspicio di riunire le collezioni dei due musei. Il portico è stato così ricostituito  anche grazie all’apporto finanziario di numerosi mecenati, che hanno contribuito a tutta l’operazione di apertura delle nuove sale. Si tratta di un’interessante sfida anche dal punto di vista della conservazione.

L’apertura di quest’ala è stata l’occasione per porsi degli interrogativi sulla datazione e la tecnica produttiva di alcuni oggetti come le lampade di moschea e bottiglie Mamluk in vetro smaltato e dorato, domande a cui si è cercato di rispondere con indagini archeometriche. Sono stati studiati i corpi vitrei degli oggetti e i loro smalti tramite spettroscopia Raman, una tecnica non distruttiva che, grazie all’uso di dispositivi portatili, ha permesso al Ladir, laboratorio parigino altamente specializzato, di effettuare le analisi necessarie direttamente nei depositi del museo. Esse hanno permesso di determinare la palette di pigmenti impiegati per la colorazione degli smalti, uno fra tutti il lapis lazuli per il blu, e, in base alle materie prime usate, di determinare classi di oggetti e distinguere parti restaurate o copie. Anche questo un bell’esempio: cogliere le occasioni di modernizzazione dei musei per creare nei depositi dei veri e propri laboratori, sfruttando le tecniche non distruttive e le strumentazioni portatili per conoscere al meglio il nostro patrimonio.



Per approfondire:

* Grande Galerie – Le journal du Louvre sept./oct./nov. 2012 n.21. Rivista
*A CollinetAC Daskalakis MathewsC JuvinS Makariou, C MauryC DéléryG Fellinger, D MiroudotAnnick Neveux-LeclercR Rante, Sous la direction de Sophie Makariou, Les Arts de l'Islam au musée du Louvre, 2012. Catalogo
* AC Daskalakis Mathews, Le porche mamlouk, 2012. Saggio

Per approfondire “ArcheoMetricaMente”:

* Ph Colomban, A Tournié, MC Caggiani, C Paris, Pigments and enamelling/gilding technology of Mamluk mosque lamps and bottle, Journal of Raman spectroscopy, (2012), published on line, DOI 10.1002/jrs.4101.

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