Wednesday, 28 November 2012

Il tè: una storia di profumi, sapori, colori e… Ceramiche!



Le varietà di tè, la seconda bevanda al mondo dopo l’acqua, sono conosciute con i nomi dei suoi diversi colori. Al contrario di quello che generalmente si pensa, queste varietà non provengono da diverse piante, ma tutte, ad eccezione del tè rosso, dalla medesima, il tè appunto, Camellia sinensis. I differenti colori e le caratteristiche di ciascun tipo, sono dovuti alla lavorazione e preparazione delle foglie dopo la raccolta: si tratta per lo più di processi di ossidazione, torrefazione e fermentazione che possono essere portati a termine o meno, dando così vita al tè nero, tè giallo, tè bianco, tè verde e tè blu-verde.


Per noi appassionati di cultura materiale, di tecnologia e di incroci fra cicli produttivi, è interessante notare come la storia del tè sia strettamente collegata a quella della ceramica (in senso lato) ed abbia in qualche modo condizionato non solo l’ideazione di diverse forme, ma anche alcune scelte tecnologiche. Fra il VI ed il X secolo, ad esempio, la produzione del tè in Cina ebbe un forte impatto sull’industria ceramica: si moltiplicarono le semplici e austere creazioni in gres; il gres scuro, in particolare, dava forma a delle coppe dette temmoku, considerate le più adatte a mettere in risalto la schiuma chiara del tè in polvere che veniva battuto mischiandolo con acqua bollente. La scoperta, intorno all’anno mille, di giacimenti di caolino in Cina meridionale, permise lo sviluppo dell’industria della porcellana su grande scala. Fu per i consumatori di tè che si andarono sviluppando le coppe in celadon e porcellana bianca e blu, e, dal decreto imperiale del 1391 in base al quale il tè doveva essere consumato solo sotto forma di infusione, le teiere. L’imperatore Kangxi (1662-1722), presi ad esempio gli smalti su rame provenienti dalla Francia, ne commissionò delle riproduzioni su porcellana dando luogo ad oggetti vivaci con forti contrasti di colori e smalti molto luminosi. Dall’Europa provenne inoltre uno smalto rosa, realizzato con oro colloidale (cosiddetta porpora di Cassio), che ben si armonizzava col biancore della porcellana. Fu così che la Cina divenne un grande esportatore non solo, a partire dal 1606, di tè, ma anche di porcellana, che dal XVIII secolo fu poi imitata e prodotta anche dalle manifatture europee di Delft, Rouen, Meissen e Sèvres.

Questa meravigliosa storia è narrata nella mostra: “Le thé. Histoire d’une boisson millénaire” aperta fino al 7 Gennaio 2013 presso il Musée Guimet di Parigi, museo di arti asiatiche. Il dispiegarsi della storia del tè si concretizza nell’esposizione di documenti, libri, ma soprattutto oggetti legati alla sua produzione e degustazione.
Si tratta di una mostra molto interessante anche dal punto di vista museologico. In un percorso “multi-sensoriale” il visitatore è invitato a sentire il profumo di differenti tipi di tè, a toccare le diverse texture che lo stesso può assumere, a perfino ad assaggiarlo…Peccato che a metà del periodo previsto i rifornimenti siano già terminati!


Per approfondire:

* JP Desroches, Le Thé - Histoires d'une boisson millénaire, 2012.
* S Pierson, The Movement of Chinese Ceramics: Appropriation in Global History, Journal of World History, Volume 23, Number 1, pp. 9-39, 2012.


Solo alcuni spunti per approfondire “ArcheoMetricaMente”

* JM Miao, CL Lv, H Li, TM Chen, Non-destructive analysis of ‘original’ Song Dynasty Guan Wares and later imitations from the Palace Museum collections, Beijing, Archaeometry, 54, 6 (2012) 955–973.
* MS Tite, IC Freeston, N Wood, An investigation into the relationship between the raw materials used in the production of Chinese porcelain and stoneware bodies and the resulting microstructures, Archaeometry 54, 1 (2012) 37–55.

* J Zhu, C Wang, A discussion on raw materials used for ancient Chinese porcelain, in I. Turbanti Memmi (editor), Proceedings of the 37th International Symposium on Archaeometry, 12-16 May 2008, Siena Italy.


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